Nocciole della Tuscia

La nocciola della Tuscia, Cornylus Avellana cultiva, è coltivata intensamente nei terreni di origine vulcanica che si estendono dal confine con la provincia di Roma fin oltre Viterbo.
Negli ultimi anni, infatti, la coltivazione della nocciola, che era particolarmente circoscritta nei comuni intorno a Caprarola, si è notevolmente estesa.

Il Territorio della Nocciola di Tuscia
A sud la coltivazione ha raggiunto oramai i confini con la provincia di Roma, mentre a nord si è stesa fino ad Orvieto, limite territoriale della Tuscia.
Ad ovest si trovano molti noccioleti a Barbarano Romano, Vejano, Oriolo Romano e nei pressi di Monte Romano, mentre ad est è presente in alcune località della Teverina. E’ evidente, quindi, che oramai si deve parlare di Nocciola della Tuscia, ma come avviene con il vino, l’olio ed altri prodotti agricoli, ci dovrà essere una distinzione per micro aree per l’inevitabile differenziazione delle caratteristiche, per dimensione sapore.

Un noccioleto giovane

Quei territori e quei terreni un tempo impensabili da destinare alla coricoltura, per la tipologia del terreno ed il clima un po’ ostile, ora sono diventati estensioni di nocciole. Questo, probabilmente, è dovuto alle grandi capacità produttive degli agricoltori che hanno saputo crescere professionalmente e condividere le tecniche di produzione.

Il territorio della Tuscia quindi ha subito profondi cambiamenti, i coltivi, i pascoli, le grandi estensioni vocate al frumento, ma anche secolari oliveti e castagneti, pian piano hanno dovuto cedere all’espansione dei noccioleti raggiungendo gli oltre 70 mila ettari… per ora.
C’è, infatti, niente di meno che Ferrero, il mostro italiano di potenza mondiale che intende sviluppare una grande filiera nella Tuscia portando almeno a 90 mila gli ettari di noccioleti.

Nocciole della Tuscia

La nocciola della Tuscia
La nocciola della Tuscia è quella appartenente Nocciola Romana, di forma rotondeggiante che nella Tuscia ha trovato l’ambiente ideale per svilupparsi. Il suo utilizzo risale a tempi antichissimi, ancor prima dei romani quando era ancora allo stato selvatico.
Giuseppe Nizi, in “Il Nocciuolo nella zona del Cimino“, del 1949, narra che il legno di nocciolo era bruciato dai Romani durante i sacrifici al Dio Giano, sul colle di Carbognano, e utilizzato per torce augurali durante le nozze. Viene destinata prevalentemente all’industria dolciaria sotto forma di frutto sgusciato, tostato, in granella, in pasta.
Gli esperti attribuiscono alla nocciola viterbese, a forma tonda, un contenuto di grassi minore di quello che caratterizza la nocciola di provenienza orientale.
Di forma subsferica, ha la polpa chiara e consistente, svela all’assaggio il gusto delicato tipico di questa varietà.

Noccioleto prima della raccolta

La raccolta della nocciola nella Tuscia
La raccolta delle nocciole avviene tra la fine di agosto e la fine di settembre, questo per ottenere un prodotto di alta qualità, ma si va spesso oltre questo periodo a causa degli imprevisti meteorologici che impediscono o rallentano la raccolta.
La raccolta un tempo avveniva totalmente a mano, una ad una dagli operai in ginocchio che riempivano un secchio poi svuotato nei sacchi. Ancor prima si staccavano direttamente dagli alberi e poi messe ad essiccare al sole nelle aie.

Oggi, la raccolta è stata totalmente meccanizzata. Si lavora il terreno fino ad essere perfettamente livellato e rasato dell’erba con apposite tosatrici.
Si aspetta che le nocciole cadano a terra, poi vengono allineate su cordoni in mezzo ai filari con potenti soffiatori ed infine passa la macchina raccoglitrice con un grande aspiratore al centro di due spazzole rotanti che raccoglie le nocciole, le separa dalle impurità grossolane, piccole pietre, foglie, erba ecc, e riempie il cassone.
Una volta pieno, il cassone viene portato in azienda e svuotato in vasche ripiene d’acqua dove avviene una ulteriore separazione e poi le nocciole vengono spostate all’interno di silos riscaldati per asciugarle impedendo così il deterioramento. Appena pronte, le nocciole vengono conferite all’azienda di primo stoccaggio che si occupa della commercializzazione e delle prime trasformazioni.
Questa è la filiera della Nocciola della Tuscia

La nocciola è tra i prodotti laziali iscritti nell’ Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (pubblicato sulla  G.U. n. 142/2012, supplemento ordinario n. 124).

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