Il Ducato dei Farnese in una Mostra itinerante

Mostra itinerante in memoria della distruzione della Città di Castro, definita la Cartagine della Maremma per aver subito lo stesso epilogo.  Il Ducato di Castro venne costituito da Papa Paolo III Farnese, lo stesso che acquistò Caprarola per costruirvi il Palazzo Farnese di Caprarola. 

In realtà il Palazzo di Caprarola venne terminato da suo nipote Alessandro il giovane perché subito dopo la nomina a Papa nel 1534, Paolo III sospese i lavori. La priorità era riunire i feudi di famiglia per concretizzare il sogno di uno stato autonomo, indipendente da quello della Chiesa.

La capitale del Ducato fu Castro, localizzata tra i Comuni di Farnese e Ischia di Castro, terre storicamente appartenute alla famiglia Farnese e da cui nascono le origini, anche se molti le vogliono a Roma. 

Già ricchi di famiglia, i Farnese divennero una famiglia potentissima e ricchissima grazie a Paolo III, uno dei più grandi mecenati del Rinascimento italiano. Egli impiantò le basi per proiettare i suoi parenti alle più prestigiose corti d’Europa, combinando matrimoni e stringendo ogni tipo di alleanza. In pochi anni i Farnese divennero potentissimi ma crebbero anche nemici ed antagonisti, tutti assetati di potere. 
La città di Castro divenne presto un gioiello di architettura a cui lavorarono gli architetti più importanti dell’epoca, il Vignola, il Sangallo, Annibal Caro.
Una progetto molto ambizioso e soprattutto molto costoso anche per i Farnese, nonostante le ricchezze che dal Vaticano Paolo III inviava continuamente.

Papa Paolo III Farnese

Il lusso sfrenato, il fasto eccessivo, i costi esagerati delle loro ambizioni e delle loro opere commissionate ai più grandi artisti del rinascimento fu decisivo per il futuro della famiglia.
Al soldo dei Farnese c’erano il Vignola, i fratelli Zuccari, il Sangallo, Michelangelo, Tiziano e tanti altri. Le spese eccessive furono l’inizio di un destino inesorabile gravato anche dai debiti contratti, soprattutto dopo la morte di Paolo III. 
Lo stesso Ducato di Parma e Piacenza, che i Farnese vollero realizzare nel 1545 per confermare il proprio potere, divenne un progetto emorragico in cui svanivano ricchezza, potere e lustro. E’ qui che venne ucciso Pier Luigi, figlio di Paolo III, a seguito di un complotto tra potenti per distruggere i Farnese. Ma il primo duro colpo venne dai Barberini, che da sempre speravano di scardinare i Farnese ed impadronirsi del Ducato di Castro, oltre che della poltrona vaticana. 
Con la nomina a papa di un Barberini, Urbano VIII, i dissapori crebbero poiché il pontefice chiese ai Farnese di sanare la situazione e questo provocò la prima guerra di Castro nel 1641, ma castro si accordò e tenne. 

Donna Olimpia Maidalchini Pamphilij

Al successivo cambio di pontefice, un’altra famiglia ambiva a sopprimere i Farnese. A dire il vero era una donna, forse la donna più venale e perfida della storia; Donna Olimpia Pamphili, sposata in seconde nozze con il fratello di papa Innocenzo X Pamphili che divenne papa proprio grazie ad Olimpia che seppe ben cucire una trama intorno al cognato. 
Olimpia, che aveva ambiziose mire di potere, costrinse il cognato a premere sui Farnese e metterli in condizioni di cedere il Ducato. Innocenzo X, quindi inviò un incaricato a trattare con il Duca di Castro Ranuccio II per riconsegnare il Ducato alla Chiesa e pagare i debiti, ma l’incaricato venne fatto uccidere in un agguato a Monterosi su ordine del primo ministro di Ranuccio. 


Il papa, e soprattutto Olimpia, avevano ottenuto il pretesto che attendevano da tempo: fare guerra a Castro. Innocenzo X inviò un numerosissimo esercito con l’ordine di conquistare Castro e ciò avvenne nel 1649, ma ordinò anche la totale distruzione di Castro, nel 1650. Fu l’inizio della decadenza di una delle più importanti famiglie italiane che si estinse definitivamente nel 1766 con la morte di Elisabetta Farnese regina di Spagna e moglie di Filippo V di Spagna. 

Oggi la Distruzione di Castro viene ricordata con una mostra itinerante d’arte di pittura, scultura e grafica, che è stata inaugurata sabato 28 settembre, presso il Museo di Ischia di Castro e che con scadenza quindicinale verrà esposta agli altri centri farnesiani: Farnese, Valentano, Gradoli, Capodimonte, Caprarola e Ronciglione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *